Convento Santa Vittoria: una tradizione di accoglienza lunga quasi mille anni

Convento Santa Vittoria: una tradizione di accoglienza lunga quasi mille anni

Riaprirà le porte al pubblico sabato 23 giugno 2018, la storica struttura del Convento Santa Vittoria, punto di riferimento sul territorio dal lontano 1216 per pellegrini prima, turisti, curiosi e amanti della natura oggi.

Dopo i lavori la struttura vanta ora non soltanto tutti i confort in grado di accontentare anche gli ospiti più esigenti, ma una lunga serie di contenuti capaci di attirare a Fratte Rosa il pubblico più disparato. Riqualificare un luogo, infatti, non vuol dire soltanto ristrutturarlo, ma anche riempirlo di contenuti, renderlo vivo e fruibile a tutti e culturalmente attivo. Santa Vittoria, infatti, non sarà soltanto un luogo deputato all’ospitalità, ma anche un contenitore di eventi a cominciare dalla rassegna di arte contemporanea “Profano & Sacro” che sarà inaugurata proprio il prossimo 23 giugno in concomitanza con la riapertura del Convento e che resterà visibile, su appuntamento, fino a fine estate. A snodarsi per i corridoi del Santa Vittoria saranno le opere di quindici artisti locali suddivise per generi, dalla fotografia all’incisione, dalla scultura all’installazione, tutto accompagnato dall’introduzione della Professoressa Silvia Cuppini, dalle improvvisazioni musicali del M° Augusto Vagnini e dalla recitazione di Michela Tombi (la mostra è a cura di Severino Braccialarghe).

La leggenda popolare che accompagna la fondazione del convento Santa Vittoria ne vuole artefice della fondazione San Francesco d’Assisi anche se, in realtà, già dal 783 d.C. era presente sul territorio di Fratte Rosa un insediamento di monaci Benedettinisotto l’Esarcato di Ravenna.

Il complesso fu comunque, sempre, un luogo deputato all’ospitalità finchè non venne soppresso, nel 1661, per via di una bolla papale che voleva l’abolizione delle piccole comunità religiose troppo isolate dalle città ed esposte agli attacchi dei banditi. Dopo aver subito i danni di un terremoto nel 1741, l’intero complesso venne riaperto con difficoltà fino a quando, nel 1870, venne completamente abbandonato.Neanche oggi, si perde nella storia lo spirito di accoglienza che ha accompagnato questo luogo nei secoli: si rinnovano infatti le strutture, ma non la funzione del complesso che resta quella di ospitare non più stanchi pellegrini, ma viaggiatori curiosi, amanti del bello e della tranquillità che un ex convento può ancora offrire. Come, infatti, recita il claim, quello di “ospitare bellezza”è il compito che la struttura si è data per il rilancio delle attività.

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